Vai al contenuto

I residenti

Per quanto concerne i residenti, SPoTT parte da alcune considerazioni preliminari:

a) le emissioni derivanti dalla combustione dei rifiuti comportano per le popolazioni interessate la potenziale esposizione ad una gamma di agenti inquinanti;

b) la letteratura scientifica segnala una serie di effetti avversi rilevabili in alcune situazioni ma non in altre;

c) in una situazione caratterizzata da incertezza scientifica è importante fornire informazioni specifiche per l’area intorno al Termovalorizzatore del Gerbido.

La disponibilità dei risultati di SPoTT concorrerà, pur senza esaurirla, alla valutazione del rischio ed ai processi decisionali ad essa collegati.

A partire da queste valutazioni, le indagini epidemiologiche effettuate nel programma, considereranno patologie per le quali vi siano segnalazioni in letteratura di potenziale associazione alla presenza di inceneritori.

SPoTT mette in campo più linee progettuali:

• sorveglianza e monitoraggio epidemiologico degli effetti a lungo e a breve termine sulla salute della popolazione residente nell’area di ricaduta delle emissioni dell’impianto, attraverso uno studio descrittivo dello stato di salute della popolazione. Le informazioni a riguardo saranno prese dai flussi sanitari correnti relativi a ricoveri ospedalieri, mortalità, certificati di assistenza al parto;

• monitoraggio tossicologico mediante misura di biomarkers di esposizione di interesse tossicologico su un campione di popolazione residente nell’area di ricaduta delle emissioni;

Effetti a breve termine

Responsabile: Cristiana Ivaldi – SS Epidemiologia Ambientale, Dipartimento Valutazioni Ambientali di Arpa Piemonte
Sono rari in letteratura gli studi sugli effetti a breve termine degli inceneritori di rifiuti solidi urbani, anche se uno dei maggiori timori per la popolazione è proprio l’effetto anche immediato dell’esposizione alle emissioni.

Nel 2013 il programma SPoTT ha avviato una linea di sorveglianza epidemiologica sugli effetti a breve termine, applicando la metodologia utilizzata negli studi sugli effetti dell’inquinamento atmosferico.

SPoTT2 aggiorna lo studio epidemiologico descrittivo già avviato avendo a disposizione un periodo di osservazione più lungo (nel complesso 2013-2023).

Questa linea di attività ha l’obiettivo di valutare gli eventuali effetti a breve termine che l’inceneritore di rifiuti solidi urbani di Torino ha sulla salute della popolazione residente nei Comuni limitrofi all’impianto e potenzialmente più interessata dalle sue emissioni.

A tal fine verranno utilizzati tre approcci:

  • Il primo approccio prevede una valutazione nel tempo degli accessi al Pronto Soccorso della popolazione in studio, suddivisa tra residenti nell’area di massima ricaduta e residenti in un’area di controllo.
  • Il secondo approccio confronta gli andamenti giornalieri dei decessi o dei ricoveri per patologie acute cardiovascolari e respiratorie, a pochi giorni da un picco emissivo degli inquinanti atmosferici monitorati. Questo tipo di malattie sono quelle associate, in letteratura, alla presenza di inceneritori.
  • Il terzo approccio confronta il modo in cui varia, in relazione all’andamento giornaliero di NO2, la quantità di accessi al Pronto Soccorso e di ricoveri, nella popolazione residente nell’area di maggiore ricaduta e in un’area di controllo. Saranno realizzate analisi stratificate per classi di età, con particolare attenzione alla fascia 0-14.

 

Per ogni soggetto residente saranno analizzate le informazioni sanitarie presenti negli archivi regionali delle schede di dimissioni ospedaliere e di mortalità.

Per effetti a breve termine si intende che saranno confrontati gli andamenti giornalieri degli eventi sanitari di interesse e quelli delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici monitorati.
In sostanza sarà verificato se all’aumento giornaliero delle concentrazioni degli inquinanti corrisponde un aumento, a distanza di 1-5 giorni, di decessi o ricoveri per patologie acute cardiovascolari e respiratorie.

Effetti a lungo termine

Responsabile:
Cristiana IvaldiSS Epidemiologia Ambientale, Dipartimento Valutazioni Ambientali di Arpa Piemonte

Le popolazioni che vivono nelle aree vicine agli impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani sono già state oggetto di studio, ma i risultati ottenuti non sono conclusivi. Ad oggi la comunità scientifica internazionale concorda sul fatto che gli impianti di vecchia generazione siano stati causa di alcuni tumori (fegato, stomaco, colon-retto, polmone, linfomi non-Hodgkin, sarcomi dei tessuti molli), di nascita di neonati con anomalie congenite (in particolare malformazioni del tratto urinario) e di nascite pretermine.

Alla luce di queste evidenze SPoTT ha avviato, nel 2013, una linea di sorveglianza epidemiologica sugli effetti a lungo termine, ossia di patologie caratterizzate da lunghi tempi di latenza tra esposizione e insorgenza della malattia.

SPoTT2 prosegue questa linea di attività che interessa la popolazione residente nei comuni comprendenti l’area di ricaduta delle emissioni del termovalorizzatore con l’obiettivo di descriverne lo stato di salute in termini di eventi sanitari riconducibili all’esposizione agli eventuali inquinanti emessi dall’impianto.

Per ogni soggetto residente saranno analizzate le informazioni sanitarie presenti negli archivi regionali delle schede di dimissioni ospedaliere, di mortalità e dei certificati da assistenza al parto. A partire dalla base dati creata nella prima fase di SPoTT, verranno aggiornati tutti i flussi con i dati più recenti.

Per il periodo di studio 2003 – 2022 (10 anni prima e dieci anni dopo l’accensione dell’impianto) saranno analizzati gli esiti riproduttivi, le malformazioni congenite, i ricoveri e la mortalità. Il primo decennio, antecedente all’entrata in funzione del termovalorizzatore, rappresenta il periodo di riferimento utile a verificare se dopo l’avvio dell’impianto c’è stato un incremento degli eventi sanitari studiati.

Tra i determinanti ambientali in studio saranno inseriti il PM10 e i metalli pesanti. Saranno inoltre considerate altre variabili quali l’inquinamento dovuto alle strade ad alto traffico e la presenza di altre fonti emissive soprattutto di origine industriale.

Biomonitoraggio

Responsabili:
Giuseppe Salamina SC Servizio Igiene e Sanità Pubblica – ASL Città di Torino;
Enrico ProcopioSC Servizio Igniene eSanità Pubblica – ASL TO3

In collaborazione con: U.O. Esposizione Umana a Contaminanti Ambientali – Dipartimento Ambiente e Salute – Istituo Superiore di Sanità (ref. Elena De Felip); SS Epidemiologia Ambientale, Dipartimento Valutazioni Ambientali di Arpa Piemonte (ref. Cristiana Ivaldi)

L’attività di biomonitoraggio, avviata nel 2013, ha l’obiettivo di valutare se la popolazione residente in prossimità del termovalorizzatore presenta modifiche di alcuni indicatori di esposizione a causa di eventuali contaminazioni da sostanze tossiche, dopo l’entrata in funzione dell’impianto.

Lo strumento più efficace nella misura dell’esposizione umana ad una sostanza tossica è il biomonitoraggio, perché l’analisi degli inquinanti, o dei loro metaboliti, nel corpo umano (ad es. in un campione di sangue) fornisce una misura della reale “dose interna” risultante da tutte le possibili vie e fonti di esposizione (aerea, cutanea, orale).

SPoTT è il più ampio e completo programma italiano di biomonitoraggio sui residenti in prossimità di un impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani.
A partire dal 2013 è stata effettuata una comparazione tra residenti nell’area previsionale di ricaduta delle emissioni del termovalorizzatore (gruppo di esposti) e residenti in altra area (gruppo di controllo); i soggetti di entrambi i gruppi sono stati campionati in modo casuale tra la popolazione residente rispettivamente nelle ASL TO3 e TO1. Sono state invitate a partecipare al biomonitoraggio 410 persone in età compresa tra 35 e 69 anni.

A tutti i partecipanti è stato effettuato un check-up generale sullo stato di salute valutando i parametri ematologici e urinari di base, la funzionalità endocrina e respiratoria, il calcolo del punteggio del rischio cardiovascolare. Sono state raccolte informazioni utili per interpretare i risultati delle analisi cliniche, grazie ad un questionario particolareggiato con domande sull’ambiente, le abitudini di vita, la storia medica, le abitudini alimentari e la storia lavorativa del soggetto, la percezione del rischio.

Sono state monitorate le seguenti sostanze inquinanti: metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (OH-IPA), diossine, policlorobifenili (PCB).
I suddetti parametri sono stati valutati in entrambi i gruppi prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore, dopo un anno e dopo tre anni dall’entrata in funzione.
Sono stati coinvolti anche gli allevatori con aziende situate nell’area di esposizione.

Nel periodo 2020-2023 proseguirà l’attività di biomonitoraggio sui cittadini residenti e sul gruppo di allevatori già precedentemente monitorati per valutare possibili modifiche degli indicatori di esposizione tossiche già considerati da SPoTT. Questa fase del biomonitoraggio, prevista, per giugno-luglio 2023, rappresenta un follow-up a distanza di dieci anni dall’accensione dell’impianto. Verranno effettuati gli stessi esami delle fasi precedenti e somministrati i medesimi questionari per registrare le informazioni sui comportamenti, le abitudini di vita, la storia occupazionale e clinica.

Sarà costituito un deposito di campioni biologici da conservare per 30 anni presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino.
Verrà aggiornato il database contenente tutti i dati del biomonitoraggio presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria Servizio Sovrazonale di Epidemiologia dell’ASL TO3.

I risultati degli esami tossicologici verranno pubblicati sul sito del programma in forma aggregata (come medie rilevate nel campione analizzato). I risultati individuali verranno invece consegnati su richiesta da parte dell’interessato.

La complessità delle analisi e la quantità dei campioni da analizzare impongono la restituzione della totalità dei risultati lungo un arco di tempo di un anno, in particolare:

  • entro poche settimane dal prelievo per quanto riguarda i comuni parametri di laboratorio, funzionalità endocrina e respiratoria;
  • entro 6 mesi i risultati degli esami tossicologici dei metalli;
  • dopo circa un anno quelli degli idrocarburi policiclici aromatici (OH-IPA), delle diossine e dei policlorobifenili (PCB).

L’organizzazione di SPoTT2 garantisce assistenza e supporto alle persone coinvolte in tutte le fasi del programma.3