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Frequent Asked Questions

Domande frequenti

SPoTT, acronimo per Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino, è un programma di monitoraggio della salute che nasce a seguito della prescrizione contenuta nella Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Torino. Nella VIA troviamo infatti l’indicazione di creare un “Piano di sorveglianza sanitaria e di conoscenza della variazione dello stato di salute della popolazione residente”. SPoTT è stato sottoposto all’approvazione di due Comitati Etici (AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano e ASL TO2) ricevendone parere positivo.
Il Programma SPoTT ha ottenuto un nuovo finanziamento fino al 2023 per proseguire le proprie attività e integrare nuove linee di lavoro.

SPoTT è realizzato e condotto da un team di istituzioni pubbliche con competenze sanitarie e ambientali, riunite in un Gruppo di Lavoro: Dipartimento tematico valutazioni ambientali-Struttura semplice epidemiologia ambientale,  Dipartimento Territoriale Piemonte Nord Ovest-Laboratorio specialistico nord-ovest e SS  Attività di produzione Nord Ovest; Dipartimento Rischi naturali e ambientali SS Meteorologia, Clima e qualità dell’aria, SCaDU Servizio di epidemiologia AslTO3, SC Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL TO3, ASL Città di Torino e Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, S.S. Biostatistica, Epidemiologia e Analisi del Rischio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il Gruppo di lavoro si avvale della collaborazione di un  Comitato Tecnico Scientifico.
La nuova fase di SPoTT è coordinata dalla dott.ssa Cristiana Ivaldi dell’Epidemiologia Ambientale di ARPA Piemonte.

Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) collabora assiduamente con il Gruppo di Lavoro (GdL) garantendo che il programma SPoTT sia disegnato e condotto adeguatamente. E’ costituito da epidemiologi riconosciuti in ambito internazionale nominati dalla Città Metropolitana di Torino. Attualmente è composto dal Dott. Francesco Forastiere, dal dott. Fabrizio Minichilli e dal dott. Roberto Pasetto.

I membri del CTS partecipano senza gettone di presenza ma con il solo rimborso delle spese da parte della CMdT.

L’obiettivo generale di SPoTT è di creare un sistema di sorveglianza che permetta di descrivere lo stato di salute dei lavoratori dell’impianto e della popolazione nelle aree circostanti il termovalorizzatore. Attraverso studi epidemiologici, monitoraggi ambientali e attività di biomonitoraggio intende studiare le possibili relazioni tra fattori di rischio ambientali e patologie specifiche e valutare se ci sia un assorbimento di eventuali contaminanti.

La ex-Provincia di Torino, oggi Città metropolitana (CMdT), è l’Ente che, attraverso le prescrizioni inserite nell’allegato A della Valutazione di Impatto Ambientale, ha dato mandato alle Aziende Sanitarie, all’ARPA, all’Istituto Superiore di Sanità e all’IZS di progettare e realizzare SPoTT.
La CMdT non interviene nella progettazione del Programma né nelle decisioni operative. Assiste in qualità di osservatore alle riunioni con il Comitato Tecnico Scientifico.

TRM è l’azienda che gestisce l’impianto di incenerimento rifiuti del Gerbido. Le prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientaleprevedono che il conduttore dell’impianto si faccia carico del “Piano di sorveglianza sanitaria”. Tuttavia la complessità della prescrizione ha reso necessario il coinvolgimento diretto degli Enti Pubblici competenti in materia. TRM deve mettere a disposizione i finanziamenti specifici per la realizzazione del Programma.

Il costo complessivo per la realizzazione di SPoTT è di circa 3 milioni e 800 mila Euro (2 milioni 200 per la prima fase e 1 milione e 600mila solo per l’ultima). Il costo del “Piano di Sorveglianza” è interamente a carico dell’azienda conduttrice l’inceneritore.

SPoTT si articola in diverse linee di intervento:
  • • “fotografa” lo stato di salute della popolazione residente nell’area di ricaduta delle emissioni dell’impianto valutando eventuali effetti a lungo e a breve termine, partendo dalle informazioni relative a ricoveri ospedalieri, mortalità, certificati di assistenza al parto;
  • • monitora una possibile contaminazione di sostanze inquinanti mediante misura prima e dopo di indicatori di esposizione su campioni biologici di residenti nell’area di ricaduta delle emissioni (biomonitoraggio);
  • • applica le attività sopra descritte di sorveglianza epidemiologica sui lavoratori dell’impianto;
  • • definisce l’esposizione ambientale alle emissioni del termovalorizzatore attraverso
    • – uno studio di modellistica che parte dai dati emissivi reali degli ultimi anni e tiene conto delle condizioni climatiche e meteorologiche della zona per descriverne la ricaduta al suolo;
    • – la valutazione dell’impatto delle emissioni sulle matrici alimentare;
    • – la valutazione delle deposizioni di inquinanti al suolo ed in particolare del mercurio.

La popolazione oggetto di monitoraggio è costituita dai cittadini che risiedono nei comuni di Torino, Grugliasco, Rivalta, Rivoli, Beinasco e Orbassano. Da registro le persone residenti nei comuni di Grugliasco, Rivalta, Rivoli, Beinasco e Orbassano.

No, dal momento che non tutte le persone interessate sono coperte dal Registro Tumori del Piemonte. Tale Registro raccoglie ed elabora informazioni su tutti i casi di tumore maligno che insorgono nella popolazione della città di Torino e della provincia di Biella. È in corso l’estensione alle province di Torino e di Vercelli.
Non sono attualmente coperte da registro le persone residenti nei Comuni di Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivalta.

No, SPoTT comprende nelle sue attività di sorveglianza tutta la popolazione residente nelle aree circostanti il termovalorizzatore di qualunque età, sesso e condizione, oltreché tutti i lavoratori dell’impianto. Pertanto i bambini sono considerati parte integrante del Programma, con la sola esclusione della fase di biomonitoraggio.

Tutto il materiale che concerne la progettazione di SPoTT (i protocolli, i verbali degli incontri con il Comitato Tecnico Scientifico, le bibliografie, la documentazione scientifica ecc.), nonché l’avanzamento dei lavori,  la divulgazione del Programma in diversi contesti (le slides, i comunicati stampa, gli articoli di giornale ecc.), gli atti formali che lo regolamentano (le Delibere, gli Accordi, le Intese ecc.) viene diffuso sull’area web appositamente creata sul sito del Centro di Documentazione alla Salute della Regione Piemonte, DoRS (https://www.spott.dors.it/).

L’area web rappresenta una precisa volontà dei diversi Enti coinvolti di improntare il Programma sulla trasparenza e sulla comunicazione con la cittadinanza.
I risultati di SPoTT, inoltre, vengono sempre divulgati in sede di seduta del Comitato Locale di Controllo e con assemblee pubbliche.

La linea progettuale del Biomonitoraggio umano

Il biomonitoraggio umano è uno strumento efficace per valutare l’esposizione umana a inquinanti ambientali. Consiste nella misura della concentrazione dell’inquinante di interesse (e/o i suoi metaboliti) in un organo (es. fegato), tessuto (es. tessuto endometriale), fluido (es. sangue, latte materno, urina) o altra matrice (es. capelli).
Nel caso di SPoTT l’analisi viene fatta su sangue e urina.

 

La prima fase del biomonitoraggio prevista nel programmma SPoTT (prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore) è cominciata il 6 giugno 2013 con i prelievi sui cittadini delle zone limitrofe ed è terminata il 15 luglio 2013 con gli ultimi prelievi sui cittadini del gruppo di controllo. Il biomonitoraggio verrà ripetuto dopo uno e tre anni dall’entrata in funzione, ovvero nel 2014 e nel 2016.

Il biomonitoraggio viene effettuato su un gruppo di residenti nell’area prevista per la ricaduta delle emissioni del termovalorizzatore (gruppo di esposti) e un gruppo di residenti a Torino (gruppo di controllo); in entrambi i gruppi viene effettuato un prelievo di sangue e di urina su cui successivamente vengono determinati alcuni inquinanti e i principali indicatori di salute, generale (emato-chimica generale) e specifici (funzionalità endocrina e renale). Infine viene effettuata una spirometria per l’analisi della funzionalità respiratoria.
Inoltre ogni partecipante è intervistato tramite questionario, con domande inerenti l’ambiente in cui vive, le abitudini di vita, inclusa la dieta, la storia lavorativa e riproduttiva, informazioni utili per meglio capire i dati analitici che verranno ottenuti.
Per tutti i soggetti campionati, quindi, l’adesione al Programma è anche l’occasione di un ampio check-up, in particolare riguardo i fattori di rischio cardiovascolare e la funzionalità renale e respiratoria.
Il biomonitoraggio viene effettuato in entrambi i gruppi prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore (T0), dopo un anno (T1) e dopo tre anni (T2) dall’entrata in funzione.
Le concentrazioni degli stessi inquinanti e gli stessi indicatori di salute presi in esame per i soggetti residenti sono valutati nei lavoratori addetti all’impianto di incenerimento.

Il programma SPoTT prevede determinazioni in due matrici biologiche:

ematica nel caso di policlorobifenili, diossine, piombo;
urinaria per tutti gli altri metalli e tutti gli idrocarburi policiclici aromatici.

Il biomonitoraggio prevede l’analisi di laboratorio di alcuni inquinanti:

  1. metalli pesanti nelle urine e piombo nel sangue;
  2. policlorobifenili totali, diossino-simili (PCBdl) e non diossino-simili (PCBndl) e diossine (PCDD/PCDF) nel sangue;
  3. metaboliti degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) nelle urine.


Contestualmente vengono determinati i principali indicatori di salute (emato-chimica generale, funzionalità endocrina, respiratoria e analisi urine).
Per l’elenco completo si rimanda al protocollo.

Le analisi tossicologiche sono eseguite presso i laboratori del Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità.
Tutti gli esami di laboratorio non tossicologici sono eseguiti dal Laboratorio centrale dell’Ospedale Oftalmico della ASLTO1.
La spirometria viene eseguita dalla scuola di specializzazione della Facoltà di Medicina di Torino, AUO S. Luigi di Orbassano.

I risultati dei comuni parametri di laboratorio, ematici e urinari, assieme agli indicatori biologici di funzionalità endocrina, ai risultati della spirometria, saturimetria e al punteggio del rischio cardiovascolare vengono restituiti dopo qualche settimana dal prelievo.
Per quanto riguarda invece le analisi tossicologiche, saranno disponibili entro qualche mese dal prelievo le analisi dei metalli e dopo un anno quelle di IPA, PCB e diossine.
I risultati individuali verranno consegnati su richiesta da parte dell’interessato. Insieme ai risultati delle analisi verranno forniti i valori di riferimento riportati in letteratura.

Sono coinvolti i residenti di 4 Comuni limitrofi all’impianto di incenerimento: Beinasco, Grugliasco, Rivalta e Orbassano. Inoltre sono coinvolti i cittadini di Torino residenti nella circoscrizione 9 (quartieri Nizza Millefonti – Lingotto – Filadelfia) che vengono monitorati per confronto.

Il biomonitoraggio viene effettuato su un campione di 196 soggetti di età compresa tra 35 e 69 anni, residenti nei Comuni di Orbassano, Rivalta, Beinasco e Grugliasco. Per confronto è stato preso un campione di 196 persone di età compresa tra 35 e 69 anni tra i residenti della circoscrizione 9 di Torino, che non sono esposti ai suoi fumi di ricaduta secondo il modello previsto per le emissioni. All’interno di ciascun gruppo è stato poi chiesto a 50 persone, la disponibilità ad effettuare un ulteriore prelievo di sangue per la determinazione delle sole diossine e policlorobifenili per un totale di 100.

A marzo 2013 sono stati estratti in modo casuale dalle anagrafi dei comuni di Beinasco, Grugliasco, Rivalta e Orbassano circa 1000 cittadini di entrambi i sessi in età compresa tra 35 e 69 anni. A partire dallo scorso 20 maggio i primi 196 estratti sono stati invitati presso il Poliambulatorio di Grugliasco di via Lanza per l’effettuazione degli esami previsti. Le restanti persone sono state invitate a partecipare man mano che si rendeva necessario a causa del rifiuto alla partecipazione.
L’estrazione casuale dalle anagrafi permette di poter generalizzare a tutti i cittadini residenti nell’area le conclusioni raggiunte sulla base dei cittadini estratti.

A marzo 2013 sono stati estratti in modo casuale dall’anagrafe del Comune di Torino circa 1000 cittadini di entrambi i sessi in età compresa tra 35 e 69 anni. I cittadini torinesi compongono il gruppo di controllo in base ai modelli di ricaduta previsti per le emissioni. A partire dallo scorso 6 giugno i primi 196 estratti sono stati invitati presso il Poliambulatorio di via Farinelli per l’effettuazione degli esami previsti. Le restanti persone sono state invitate a partecipare man mano che si rendeva necessario a causa del rifiuto alla partecipazione.
L’estrazione casuale dall’anagrafe permette di poter generalizzare a tutti i cittadini residenti nell’area le conclusioni raggiunte sulla base dei cittadini estratti. La presenza di un gruppo di controllo permette di valutare con maggiore affidabilità il ruolo dell’inquinamento legato al termovalorizzatore da quello già presente nell’ambiente.

Il numero di persone da coinvolgere (196 soggetti residenti nell’area più vicino al termovalorizzatore o esposti e 196 soggetti di controllo) è stato scelto utilizzando delle apposite formule statistiche, che si basano sul valore medio della concentrazione della sostanza che si vuole misurare. In questo caso specifico, poiché le sostanze misurate sono molteplici, si è deciso di utilizzare come riferimento la concentrazione dei metalli nel sangue.

L’elevatissimo costo analitico delle determinazioni di diossine e policlorobifenili ha costretto a limitare il numero di soggetti campionabili a 50 esposti e 50 non esposti. Questa numerosità consente di stimare variazioni significative del 35% tra medie di gruppi differenti (esposti /controllo). È però possibile stimare variazioni significative minori nei confronti tra pre e post dal momento che le determinazioni vengono effettuate sullo stesso gruppo di persone. Occorre considerare a questo proposito che molti degli studi reperibili in letteratura sono meno informativi perché hanno effettuato analisi in pool (cioè sono stati uniti in un’unica determinazione i prelievi di persone diverse). Nel caso in cui le analisi siano state condotte su singola determinazione, non hanno mai considerato più di 100 soggetti proprio a causa degli elevati costi.

Con la lettera di invito viene inviato un modulo che descrive lo studio e ne spiega le finalità. Prima del prelievo le persone firmano il consenso informato per l’adesione. I dati vengono raccolti ed archiviati secondo quanto previsto dalla normativa sulla privacy e sono utilizzati esclusivamente per scopi di ricerca scientifica e solo da personale autorizzato. I risultati dello studio potranno essere oggetto di pubblicazioni scientifiche e comunicazioni pubbliche soltanto attraverso dati statistici-epidemiologici che garantiscano l’anonimato. In ogni momento inoltre le persone selezionate possono ritirarsi dallo studio e i campioni di sangue e urina conservati nella Banca Biologica saranno distrutti.

Il biomonitoraggio prevede la determinazione di indicatori di esposizione. Una concentrazione elevata di una sostanza di questo tipo nel nostro organismo non è da interpretarsi come strettamente correlata all’insorgere di una malattia, ma indica che la persona è venuta a contatto con l’inquinante. Le analisi di biomonitoraggio di SPoTT non hanno una finalità diagnostica e quindi non hanno valore predittivo, né tantomeno indicano che sia avvenuto un danno alla salute.
Qualora qualcuno dei valori rilevati superi i valori di riferimento riportati in letteratura, la persona verrà contattata e il personale Medico di SPoTT sarà a sua disposizione per valutare, in collaborazione col medico di Medicina Generale, il significato di tale valore e, se necessario, suggerire ulteriori approfondimenti diagnostici per valutare eventuali sintomi o segni clinici correlati. Contestualmente ai prelievi, infatti, attraverso il questionario che è stato somministrato, sono state raccolte informazioni riguardanti tutte le possibili fonti di esposizione che possono aver determinato un eccesso rispetto al valore di riferimento. Sono stati particolarmente approfonditi i giorni che hanno immediatamente preceduto il prelievo di sangue e la raccolta delle urine. Infatti il consumo di tabacco, l’esposizione ad emissioni da traffico, il consumo di alcuni cibi possono influire sulle concentrazioni di alcuni degli analiti indagati.

Per rispondere a questa domanda occorre distinguere quale sostanza si stia considerando e quali confronti siano stati effettuati. Il numero di persone considerate nello studio di biomonitoraggio permette di evidenziare scostamenti dal 15-20% a seconda del tipo di metallo, per confronti nello spazio (con il gruppo di controllo) e nel tempo (pre-post). Tuttavia per trarre le conclusioni del lavoro, non è tanto importante stabilire una variazione minima di sostanza ma valutare complessivamente i risultati dei diversi parametri monitorati nelle diverse matrici biologiche considerate, integrati con i risultati misurati sui lavoratori e con le altre valutazioni dello stato di salute della popolazione che sono state messe in campo nel piano di sorveglianza.

SPoTT comprende nelle sue attività di sorveglianza tutta la popolazione residente nelle aree circostanti il termovalorizzatore di qualunque età, sesso e condizione, oltreché tutti i lavoratori dell’impianto. Pertanto i bambini sono considerati parte integrante del Programma, con la sola esclusione della fase di biomonitoraggio.
I motivi di esclusione sono molteplici. Per citare i principali: PCB e diossine sono soggette a bioaccumulo con una tendenza ad aumentare all’aumentare dell’età: il bioaccumulo segue dinamiche fisiologiche che consigliano di concentrarsi nella fascia d’età adulta; nel caso di PCB e diossine è necessario un prelievo di almeno 50 ml di sangue, difficilmente proponibile a minori; nei bambini molto piccoli e in età evolutiva i diversi metalli sono soggetti a variazioni fisiologiche differenti nei due sessi: ciò rende necessario selezionare un alto numero di bambini. Da ultimo l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il biomonitoraggio ‘deve’ essere effettuato dapprima sui gruppi meno vulnerabili e poi su quelli più sensibili e consiglia di escludere, almeno in una prima fase, i minori.
Pertanto si è scelto di campionare la popolazione in una fascia d’età compresa tra 35 e 69 anni e per la sola determinazione di policlorobifenili e diossine, un’ulteriore restrizione: tra 35 e 49 anni.

SPoTT non prevede ricerca di diossine nel latte materno. Diversi studi hanno dimostrato che c’è una buona corrispondenza tra le concentrazioni di diossine nel sangue e quelle nel latte materno.
La determinazione nel latte materno non permette di estendere i risultati a tutta la popolazione e inoltre la scelta delle persone da campionare non è priva di complicazioni di tipo operativo: le donne selezionate non devono avere avuto altri figli precedentemente, il prelievo deve essere fatto in uno specifico periodo dell’allattamento, applicando una serie di cautele nel prelievo.
In base alle considerazioni sopra esposte, la determinazione delle concentrazioni di diossine e PCB nel siero viene ritenuta sicuramente idonea per la caratterizzazione del carico corporeo di questi inquinanti e quindi per rispondere in modo adeguato all’obiettivo del programma SPoTT.