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Biomonitoraggi a confronto: Torino si confronta con Modena

Il biomonitoraggio può fornire informazioni utili per misurare l’esposizione a specifici inquinanti atmosferici della popolazione che lavora e abita vicino a un inceneritore?

È questo la domanda principale cui ha cercato di rispondere uno studio pilota condotto a Modena nel 2010 e pubblicato a ottobre 2013 da Andrea Ranzi e colleghi sulla rivista Environment International.

Sono state coinvolte 65 persone che vivono e lavorano da almeno 3 anni entro un raggio di 4 Km dall’inceneritore e 103 non esposte, che vivono e lavorano più lontano. I risultati dell’indagine mostrano che l’esposizione ad alcuni IPA (idrocarburi policiclici aromatici-composti organici persistenti) è connessa alla presenza dell’inceneritore. I livelli urinari di fenantrene, antracene e pirene sono maggiori nel gruppo di esposti, mentre fluorene, fenantrene, antracene e pirene sono inversamente correlati alla distanza tra l’inceneritore e la zona in cui si trova il soggetto in esame.

Lo studio ha rilevato anche diversi metalli nel sangue, nel siero o nelle urine. I risultati mostrano che manganese e cadmio possono essere associati alle emissioni dell’inceneritore. I livelli ematici di cadmio e mercurio e quelli urinari di manganese sono inversamente correlati alla distanza tra l’inceneritore e la residenza del soggetto. Inoltre, è stata rilevata una correlazione tra l’esposizione al particolato e i livelli urinari di manganese.

Al contrario, l’esposizione a benzene, toluene e xilene (composti organici volatili) non può essere ricondotta alla presenza di un inceneritore: il contributo sarebbe minimo e trascurabile rispetto ad altre fonti di esposizione (come il fumo di sigaretta e le emissioni prodotte dagli scarichi automobilistici).

In conclusione gli autori affermano che il biomonitoraggio umano può fornire un contributo importante negli studi epidemiologici sugli inceneritori. E infatti a Modena è in corso l’estensione dello studio ad un gruppo molto più ampio di popolazione residente.

 

Quali differenze vi sono tra lo studio di Modena e SPoTT? Le scelte operate da SPoTT sono coerenti con i risultati presentati da Ranzi?

La prima differenza riguarda gli obiettivi: SPoTT intende misurare l’esistenza di differenze, tra aree e nel tempo, nella concentrazione di alcuni indicatori di esposizione potenzialmente riferibili alle emissioni dell’inceneritore di Torino, mentre a Modena è stato condotto un lavoro che intendeva valutare l’utilità e la fattibilità di questo tipo di studi. In questo senso SPoTT può essere considerato in linea con le conclusioni di Ranzi e colleghi dal momento che integra un programma di biomonitoraggio con linee di attività di tipo epidemiologico.

Dati i differenti scopi, i due programmi presentano caratteristiche differenti riguardanti il disegno di studio, le persone partecipanti, gli analiti determinati (vedi tabella). Le differenze riguardanti il disegno di studio ed il reclutamento sono state pensate appositamente per migliorare la capacità di SPoTT di fornire risposte adeguate all’obiettivo. Infatti SPoTT ha potuto effettuare delle misurazioni antecedenti l’entrata in funzione del termovalorizzatore, cosa che non è stata possibile fare a Modena dove l’impianto funziona da più di 20 anni.

Anche gli analiti che si è scelto di determinare riflettono criteri di scelta diversi. SPoTT si è basato anzitutto sull’elenco di sostanze di cui si prescrive il monitoraggio nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA n. 309 – 557341/2006). A tale elenco sono stati aggiunti alcuni metalli legati alle emissioni da traffico veicolare in considerazione della loro presenza negli scarichi delle marmitte catalitiche e il berillio, indicatore di emissioni industriali. Per quel che riguarda gli IPA oltre che sull’AIA la scelta è stata basata sulle evidenze di letteratura, tenendo conto della cancerogenicità di tali composti seconda la classificazione IARC e di indicazioni di autorevoli istituti internazionali. La scelta di non determinare i composti organici volatili è in linea con le conclusione dello studio di Modena.

In questo momento non è possibile confrontare i risultati perché SPoTT ha effettuato solo misurazioni prima dell’entrata in funzione dell’inceneritore, mentre nel 2010 l’inceneritore di Modena era attivo da circa 30 anni.

È necessario considerare infine che SPoTT monitora anche una serie di parametri clinici di base, la funzionalità endocrina e respiratoria, e misura il punteggio del rischio cardiovascolare.

 

Caratteristica

Studio pilota di Modena (2010)

SPoTT

Disegno di studio

Confronto tra aree a diversa esposizione

Confronto tra aree a diversa esposizione + confronto nel tempo con misurazioni prima e dopo l’avvio

Persone partecipanti

Dipendenti del Dipartimento di sanità pubblica (esposti) e del policlinico (non esposti)

Campionati casualmente dalle anagrafi comunali, con età compresa tra 35 e 69 anni, stratificati per sesso ed età

Definizione dell’area di esposizione

Area circolare di 4 Km di raggio scelta sulla base delle mappe di ricaduta di PM e campagne di monitoraggio ambientale

Area previsionale di ricaduta delle emissioni del termovalorizzatore definita dalle deposizioni previsionali secche dei metalli

Criteri di reclutamento

Residenza e lavoro nell’area in studio da almeno 3 anni

Residenza nell’area in studio da almeno 5 anni

Criteri di scelta degli analiti

Basati su

–         dati di letteratura

–         disponibilità di biomarker sensibili e specifici

–         costi

Basati su

–         Autorizzazione Integrata Ambientale

–         dati di letteratura

–         costi

Idrocarburi policiclici aromatici

Naftalene, Acenaftilene, Acenaftene, Fluorene, Fenantrene, Antracene, Pirene, Fluorantene

Benzo[a]antracene, Crisene nelle urine

1-idrossinaftalene, 2-idrossinaftalene,

2-idrossifluorene, 3-idrossifluorene,

9-idrossifluorene, 1-idrossifenantrene, 2-idrossifenantrene, 3-idrossifenantrene 4-idrossifenantrene, 9-idrossifenantrene 1-idrossipirene

Metalli 

Piombo, cadmio, manganese, nichel, rame e zinco nelle urine

Piombo, mercurio e cadmio nel sangue

Rame e zinco nel siero

Antimonio, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo, Iridio, Mercurio, Manganese, Nichel, Palladio, Platino, Rame, Rodio, Stagno, Tallio, Vanadio, Zinco nelle urine

Piombo nel sangue

Composti organici volatili

Acido S- fenilmercapturico, benzene, toluene, etilbenzene, m+p-xilene, o-xilene nelle urine

Non determinati

Policlorobifenili, diossine

Non determinati

PCB totali, 12 congeneri di policlorobifenili dioxin-like (PCBdl), 30 congeneri di PCBndl (non dioxin-like), 7 congeneri delle policlorodibenzo-diossine (PCDD), 10 congeneri dei policloro-dibenzofurani (PCDF)

 

Ranzi A, Fustinoni S, Erspamer L, Campo L, Gatti MG, Bechtold P, Bonassi S, Trenti T, Goldoni CA, Bertazzi PA, Lauriola P. Biomonitoring of the general population living near a modern solid waste incinerator: a pilot study in Modena, Italy. Environ Int. 2013 Nov;61:88-97.